Nel sistema economico post pandemico risulta assolutamente necessario investire in formazione e per questa ragione il Decreto Aiuti ha previsto un incremento degli incentivi finora in campo. Vediamo nel dettaglio di che si tratta.

Il credito d’imposta “Formazione 4.0” è stato esteso anche al 2022, con qualche novità. Ma andiamo per step.

L’agevolazione, introdotta con la legge di Bilancio 2018 su iniziativa del Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, ha l’obiettivo di supportare i processi aziendali finalizzati allo sviluppo delle conoscenze delle tecnologie cosiddette “abilitanti”.

Chi può beneficiare dell’agevolazione sono le imprese di ogni forma giuridica, settore economico, dimensione e regime fiscale di determinazione del reddito.

La legge, inoltre, è finalizzata a supportare le seguenti attività formative: big data e analisi dei dati, cloud e fog computing, cyber security, sistemi cyber-fisici, prototipazione rapida, sistemi di visualizzazione (RV) e realtà aumentata (RA), robotica avanzata e collaborativa, interfaccia uomo-macchina, manifattura additiva (o stampa tridimensionale), internet delle cose e delle macchine e integrazione digitale dei processi aziendali.

Gli ambiti “investiti” dalla formazione 4.0 sono vendita e marketing, informatica e tecnologie di produzione; mentre l’importo delle agevolazioni è commisurato alle spese sostenute per il personale dipendente destinato all’attività sia come discente che come docente.

In particolare, la percentuale del credito d’imposta è pari al 50% ed al 40% per le Pmi, rispettivamente con il limite di € 300.000 e € 250.000 annui, ed al 30% per le grandi imprese con il limite di € 250.000 annui.

Il credito d’imposta sulla Formazione 4.0 non è imponibile ai fini Ires e Irap, può essere utilizzato in compensazione nel modello F24 e va indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo di imposta in cui le spese sono state sostenute.

L’EXCURSUS. Le suddette agevolazioni sono state prorogate per il periodo 2019-2021, decadendo però dall’esercizio 2022. Sembrava, quindi, che lo strumento agevolativo fosse stato dimenticato quando, su iniziativa del Ministro Giancarlo Giorgetti, il Decreto Aiuti non solo ha rimesso in campo le agevolazioni, ma ha anche disposto una nuova regolamentazione delle spese di formazione prevedendo, in alcuni casi, l’incremento delle agevolazioni.

In particolare, l’art. 22 del D.L. 50/2022, cosiddetto Decreto Aiuti, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 17 maggio 2022, ha previsto un incremento del credito d’imposta che per le piccole imprese sale dal 50 al 70% e per le medie dal 40 al 50%.

L’accesso ai nuovi incentivi è diversamente regolamentato poiché il decreto legge introduce alcune condizioni che le aziende devono rispettare per ottenere le aliquote potenziate. In particolare:

  • le attività formative devono essere erogate da soggetti individuati con decreto del Ministero dello Sviluppo Economico;
  • i risultati finali delle attività formative dovranno essere certificati, sempre secondo le disposizioni che darà il Ministero.

Va da sé, quindi, che per rendere operative le nuove aliquote bisognerà attendere il decreto attuativo del Ministero, da adottare entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto-legge.

Diversamente, i progetti formativi che non soddisferanno i suddetti requisiti godranno di un beneficio più basso, rispettivamente del 40% per le piccole e del 35% per le medie imprese.

Non resta, quindi, che attendere il decreto attuativo per programmare investimenti in formazione che mai come adesso costituiscono un presupposto fondamentale per l’innovazione delle politiche di implementazione aziendale.

 

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